Praiano: De Blanck, Manzi e Specchia per Com&Te

Francesco Specchia e il suo “Giulio Andreotti. Parola di Giulio” (Aliberti) sono stati i protagonisti dell’appuntamento di Com&Te presso l’Albergo Tramonto d’Oro di Praiano. Un incontro focalizzato sulle mille sfaccettature del personaggio raccontato dal giornalista-autore in forza al quotidiano «Libero» di Feltri: Giulio Andreotti, personaggio controverso, discusso, amato ed odiato, ma sempre e da sempre presente nella storia politica del nostro paese. Francesco Specchia traccia il profilo di questo personaggio attraverso le sue stesse parole e attraverso le parole dette su di lui dagli altri, con un tono estremamente divertente, satirico, tale da rendere la lettura gradevolissima. Ma alla leggerezza del tono si accompagna anche una grande ricchezza di contenuti: attraverso aforismi, aneddoti, battute e luoghi comuni viene fuori il ritratto di un uomo (o di un “androide”, come sostiene Specchia, “metà uomo e metà macchina”) che ha incarnato vizi e virtù, meriti e peccati della Democrazia Cristiana e del nostro Paese. Il libro è una sorta di Bignami dell’andreottismo, una summa di quello che Andreotti dice dell’Italia e di ciò che l’Italia dice di Andreotti: dalle dichiarazioni pubbliche agli scritti privati, dalle battute illuminanti e le curiosità da gossip alle alte strategie politiche, dai libri alle interviste. Il tutto condito da un tono spiritoso e brillante. E di tale portata è stata anche l’atmosfera della serata, ricca di spunti di riflessione sulla storia politica del nostro Paese, di cui Andreotti è stato e resterà protagonista indiscusso, e di battute in feedback con il pubblico, attento, interessato ed incuriosito dalla lettura di alcuni brani del libro di Specchia.All’autore il merito di aver saputo parlare in modo nuovo di un personaggio “frequentatissimo” dalla letteratura, dal giornalismo, dalla satira, il primo ad aver “sdoganato” la politica in televisione, un personaggio complesso, multiforme, e, da qui, il merito ancor maggiore di averne saputo cogliere le numerose sfaccettature, quelle dell’Andreotti uomo-metodico, le cui azioni non sono mai frutto di improvvisazione, quelle dell’uomo politico estremamente calcolatore, statista, uomo di potere, quelle dell’uomo ironico, dallo humour pungente, mai banale. Insomma un libro tutto da leggere, difficile da raccontare, tutto da godere, per un pubblico che voglia rilassarsi con una lettura leggera, ma contemporaneamente pronto a trarre da essa numerosi spunti di riflessione, approfondendo la conoscenza di uno dei più importanti protagonisti della nostra storia politica, e non solo.La serata con Francesco Specchia ha chiuso di fatto una tre giorni con cui Com&Te è entrata nel vivo con gli ultimi appuntamenti prima della consegna dei Premi nelle prossime settimane. La contessa Patrizia De Blanck, nella splendida cornice di “Casa Angelina Lifestyle Hotel” di Praiano, ha infatti presentato “A letto col diavolo” (A. Curcio), scritto a quattro mani con Matilde Amorosi. Un racconto della sua vita, delle sue numerose e multiformi esperienze, rivissute dalla De Blanck nel corso della narrazione con la partecipazione che solo una donna intimamente cosciente di sé può mettere. Durante la chiacchierata, molto informale ed amicale con il pubblico, viene fuori il ritratto di una donna forte, dinamica, ricca di una vitalità esplosiva. L’incontro, dal tono estremamente familiare e confidenziale, ha consentito ai presenti di attingere alla grinta di questo personaggio venuto un po’ per caso alla ribalta televisiva e che, con questo libro, ha deciso di raccontarsi, di svelarsi, nello stile che le è proprio, senza peli sulla lingua, proprio come il pubblico televisivo ha imparato a conoscerla.A Maiori, invece, l’Albergo Residence Panoramic, ha avuto ospite il vice direttore de “Il Roma” Andrea Manzi e il suo “Un sacco brutto. Trentuno tesi sulla Napoli del degrado” (Edizioni dell’Ippogrifo). “Uno che non le manda a dire, ma le dice”, così Alfonso Bottone, direttore editoriale di Ecomagazine, ha presentato il giornalista e il suo “libro-inchiesta”, una raccolta di trentuno interviste con le quali Raffaele Cantone e Agostino Cordova, Amelia Cortese Ardias e Antonio Ghirelli, Aldo Masullo e Mariano Rigillo, tra gli altri, raccontano la Napoli di oggi, venuta purtroppo prepotentemente alla ribalta sulla scena internazionale a causa della ben nota “emergenza rifiuti”. Un quadro desolante quello che emerge: una Napoli “bloccata” (purtroppo da anni), ripiegata su se stessa, figlia di una mancanza quasi assoluta di “spirito sociale”, di coscienza pubblica, dell’assenza di un’adeguata conoscenza del passato, di una giusta consapevolezza del presente e, di conseguenza, di una indifferenza verso il futuro. “A Napoli tutto ciò che è pubblico non è nostro”, si legge nell’intervista ad Antonella Cilento, ed è questo un leit-motiv delle trentuno “tesi” esposte da Andrea Manzi: si subiscono gli eventi e si vive, riportando le parole di Cantone, “evocando il padrone, servendo l’attuale padrone, aspettando il padrone che verrà”, confidando cioè più che nell’agire proprio nell’illusione di un intervento risolutore del “politico demiurgo”. Unica speranza, unica possibilità di riscatto, i casi, ancora però troppo isolati, di “cittadinanza attiva”, come quello delle “chiese di frontiera”, i tentativi di creare delle reti di solidarietà sociale che inducano davvero la politica ed i politici ad agire nell’interesse di una collettività che, come ha concluso Andrea Manzi, “ha un estremo bisogno di una cultura che abbatta i vecchi schemi e di acquisire consapevolezza della propria identità”. Un incontro di grande spessore, che ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso, interessato ed estremamente eterogeneo, il che testimonia, fortunatamente, che l’attualità e l’urgenza dei problemi della nostra realtà hanno ancora peso nella coscienza di chi non vuole restare con gli occhi chiusi sul mondo.