La maledizione del cellulare

 Salvatore Ganci

 Forse ha tenuto il cellulare con sé così come ci si tiene la coperta di Linus. Perché la rendeva tranquilla il fatto di avere uno strumento di comunicazione con la famiglia. Non so, non so francamente come interpretare un gesto così da parte di una delle nostre studentesse migliori che si e’ giocata la maturità per non aver consegnato il cellulare. E si e’ giocata la maturità. Non una prova, uno scritto, ma un anno intero. E pensare che era una delle migliori studentesse che se non prendeva la lode certo sarebbe uscita con un cento. Partiva con un credito di 23 punti su 25″. Lo ha detto al ‘Secolo XIX’ il preside Massimo Angelini, del liceo scientifico Cassini, a Genova, a proposito dell’espulsione di una studentessa del suo Istituto che durante la prova scritta di Matematica si e’ fatta scoprire con il cellulare (che forse avesse fatto drin driiin?).“Alla fine del compito la ragazza e’ stata notata mentre guardava il telefonino. Dentro di me ho pensato che distrattamente lo avesse estratto per guardare l’ora. Proprio perché si era quasi alla scadenza del tempo stabilito per la prova di matematica. I ragazzi sono così, usano il cellulare come l’orologio“. E meno male, Preside (pardon: Dirigente Scolastico”), che il termine “Esame di Maturità” è stato mutato in “esame di stato”. E’ vero che ci sono “mille e un modo” per far circolare l’informazione durante una seconda prova (quando l’informazione non venga già ampliamente e “bonariamente” tollerata dalla stessa componente interna della Commissione che (chissà perché?) gira e rigira per ore tra i banchi). Mi scusi, Preside: ma agli Studenti che sanno tutto di Costituzione e di tutte le materie para-extra-curricolari incluse le musiche Andine, tanto esperti da dare i voti ai propri Docenti con il beneplacito del Preside (come al Berchet di Milano), due paroline per spiegare che il divieto è contenuto nell’Ordinanza che regola l’esame, sono state dette dai Docenti? Sono state ripetute dal Presidente di Comissione? Non si pretende neppure che lo studente sappia distinguere tra “Ordinanza” e “Circolare” o che il “Consiglio di Stato pare orientato ad annullare la prova presupponendo che  cellulare acceso implica cellulare in uso”. Spero che il relativismo imperante non  debba scomodare la Polizia Postale o i R.I.S. Se questa mortificante prova detta “esame di stato” si chiamasse ancora “Esame di Maturità” e la Studentessa che avesse apportato a sua stessa difesa le argomentazioni del suo Preside sulla “coperta di Linus”, avrebbe dato prova di “maturità”? Lascio il pensiero al Lettore.