Il presidente Cirielli: riflessioni sulla morte di Carlo Favella

  Sento di esprimere la vicinanza ed il sostegno della Provincia di Salerno per manifestazioni giovanili mirate a ricordare ed analizzare fatti e momenti di cronaca cruenta, divenuti pagine della storia politica d’Italia.L’accoltellamento di Carlo Favella, che ne provocò la morte 37 anni fa, è uno di questi episodi, per lungo tempo tenuto fuori dalla ufficialità delle celebrazioni istituzionali. Il suo ricordo, finora, è stato ravvivato nella memoria della città di Salerno soltanto dai giovani militanti della destra politica.Sulle ragioni di un confronto finalmente sereno ed obiettivo che rileggesse le vicende degli “anni di piombo” nel nostro Paese  sono prevalse divisioni e faziosità ideologiche.Carlo Favella è uno dei tanti “cuori” spezzati perché i suoi ideali erano di un colore diverso, non in sintonia con le mode e le tendenze della ufficialità politica degli anni settanta e ottanta.“Una storia da non dimenticare” per i giovani della destra salernitana ed italiana, che è stata registrata come un semplice episodio di cronaca dai giornali di schieramento opposto. Ma negare il valore del sacrificio di tanti giovani vite dedite all’ideale, dell’una come dell’altra fazione politica, non può reggere a lungo di fronte al tempo, che diventa storia.La ricorrenza della morte di Carlo Favella, vittima innocente di un clima di intolleranza del diverso da sé, dell’avversario politico considerato nemico ferale da abbattere, rappresenta una occasione preziosa per tutti i salernitani di oggi, qualunque sia il loro credo politico.Per questo sono grato al perseverante impegno portato avanti negli anni da “Azione Giovani” con spirito di ricerca della verità storica, politica e umana.

Se oggi siamo qui a ricordare per non ricadere negli stessi errori, lo dobbiamo soprattutto a loro.

 On.le Edmondo Cirielli

Presidente della Provincia di Salerno

 

Un pensiero su “Il presidente Cirielli: riflessioni sulla morte di Carlo Favella

  1. Parole ipocrite dette da una persona che tutto ha rinnegato pur di arrivare a sedere dove oggi siede.

    Spero che si ricardi “il capitano”quanto detto : “…..niente io devo a voi vecchi del partito”

    Carlo Falvella fu assassinato perchè era considerato un giovane “fascista”.

    Il “capitano” e tutti quei giovani/vecchi che militano nel suo stesso partito oggi sono antifascisti, visto che dopo le frasi di Fini e di Matteoli:” chi non è antifascista è fuori da All. Naz.” nessuno ha lasciato le comode poltrone e gli onori che vengono da questo modo di essere.

    Il pudore vorrebbe solo SILENZIO!!!!

    Io oggi a Carlo , ancora una volta gli dedico una preghiera: ” RIPOSA IN PACE, AMICO E CAMERATA.”

    PRIMO CARBONE

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