Giusto aiutare i poveri (anche a fare meno figli)

 Salvatore Ganci

E’ questo uno dei titoli di una carrellata di lettere un tantino sarcastiche che il “Secolo XIX di Genova” pubblica oggi 6 luglio 2009. Il sarcasmo comincia ad emergere perché, nonostante la Scuola, si risveglia il livello culturale e di coscienza sociale di parte dell’Italia (seppure timidamente). Così c’è il Lettore che prende dolorosamente atto che se un ciclista rispetta il Codice della Strada si troverà schiacciato come tanti gatti in questa stagione o chi invoca persino “più tasse, clandestini e anche le mogli violentate” (sic!) pur che ci venga tolto “Grande Fratello”…  Ma caro Autore di questa Lettera – limite: la TV ti sbologna quello che il mercato richiede. Evidentemente gli estimatori di  “Grande Fratello” sono di gran lunga superiori a chi apprezza “La Grande Storia” (tanto per buttare lì il meno peggio …). C’è infine questo Lettore (che sia una “Cassandra” pure lui?) che  dice in sostanza che aiutare i poveri è senz’altro giusto (già, perché le religioni sono tante ma la coscienza morale è una), ma visto che per colpa della funzione esponenziale, nel 2050 la popolazione mondiale ci darà 3 miliardi di persone che soffriranno in questa valle di lacrime fame e sete  peggio di oggi, sorge spontanea una domanda: “Grandi” del G8, ma dopo avere “aiutato” i paesi del terzo mondo ,  proporrete nel contempo (anche se una voce è discorde) una seria politica atta a fare prendere coscienza che una limitazione delle nascite si impone per la stessa sopravvivenza del genere “homo sapiens”? L’Autore della lettera al “Secolo XIX” . da cui ho preso spunto,  ricorda ancora che il passo della Genesi “crescete e moltiplicatevi” sarebbe saggio fosse interpretato allegoricamente (più o meno come tutta la Genesi) altrimenti … (concludo per lui) Cassandra avrà sicuramente ragione. Il vecchio detto: “C’est l’argent qui fait la guerre” diventerebbe  presto “c’est un peu d’eau qui fera la guerre”.