Sbarre, per offesa a pubblico ufficiale

di Rita Occidente Lupo
Offesa a pubblico ufficiale? Dietro le sbarre. Il recente Ddl approvato dal Senato, che intende regolare il flusso clandestino immigrato, tocca anche la lesa persona. Insulto a pubblico ufficiale, esecrabile con reclusione fino a tre anni. Eccezion fatta del risarcimento profumato all’ agente ed all’Ente a cui questi appartiene.  In tal caso, l’estinzione del reato. Nessuna condanna se arbitro del crimine, un pubblico ufficiale. Perplessità a raffica. Specie degli scalmanati automobilisti, che spesso giungono a veri e propri alterchi con i caschi bianchi. Favolistica l’ amicizia col cittadino. Armati di paletta e notes, pronti a multare a più non posso in molte realtà metropolitane. Spesso, la foga selvaggia. Di chi compie il periplo del Peloponneso, nel trovare disperatamente rifugio alla propria sosta autoveicolare. E col caldo, anche le tempre più pazienti, rischiano il tilt. Soprattutto quando gli agenti della strada adottano maniere tutt’altro che corrette nei confronti dei cittadini. In forza di un’ uniforme, l’atteggiamento leaderistico sfidante il mal capitato… contravventore, sempre più debole preda delle divise.Se per la clandestinità, il Governo fa bene ad alzare la guardia ed a potenziare anche il ruolo garantista delle ronde, per il rapporto col pubblico ufficiale, va ridisegnato anche il vademecum che questi deve adottare. A maggior ragione in forza dell’uniforme. Emblema di servizio e di tutela della rispettabilità, dell’etica e della correttezza per impostare i rapporti civici. Se è  il primo, a non averne pregnanza, volgarmente avvezzo, all’arte della sopraffazione anche dialogica, revisione ed appello alle ronde, nel loro esercizio vigile anche di tali alfieri della strada!