La tiroide: morfologia, funzioni, interazioni col comportamento

 Giovanna Rezzoagli

La tiroide è una ghiandola endocrina (endocrina significa che ha una secrezione interna). La tiroide sintetizza principalmente due ormoni, la Triodotironina e la Tiroxina che influenzano fortemente tutto il nostro metabolismo. Questa ghiandola secerne inoltre un ormone chiamato Calcitonina, importante nella regolazione del calcio e del fosforo. La tiroide è una ghiandola situata nella regione anteriore del collo, davanti e lateralmente alla laringe ed ai primi anelli della trachea. E’ formata da due lobi , destro e sinistro, riuniti da una parte trasversale, detto istmo . Con una certa frequenza, dal 30 al 50 %, è possibile apprezzare un sottile prolungamento che si origina dall’istmo tiroideo, il lobo piramidale di Morgagn i , residuo del dotto tireoglosso (dotto che nel feto congiunge la tiroide alla lingua). E’ bene ricordarlo, in quanto eventuali residui del dotto possono dare origine a cisti o fistole mediane del collo. Sebbene alla nascita il peso medio della tiroide sia di circa 2 grammi, nell’adulto raggiunge il peso di circa 20 grammi, ma può subire notevoli variazioni da un individuo all’altro. Nel suo complesso la forma della ghiandola ricorda quella di una farfalla Si è già detto che la tiroide ha il compito di secernere ormoni. Il 90 % della secrezione ormonale è costituito dalla tiroxina (ormone indicato con la sigla T4), il 10 % dalla triiodotironina (ormone indicato con la sigla T3). In generale i valori normali di tiroxina nel sangue variano da 5 a 12 microgrammi su decilitro di sangue, mentre i valori di triiodiotironina variano da 80 a 180 nanogrammi su decilitro di sangue, i valori possono sensibilmente differire a seconda del laboratorio in cui viene eseguita la ricerca e dall’ordine di misura considerato. Entrambi gli ormoni sono importanti in eguale misura, infatti una parte considerevole della tiroxina viene trasformata in triiodotironina nei tessuti periferici. Per produrre normali quantità di ormoni è necessario assumere con la dieta circa 1 milligrammo di iodio alla settimana. Per prevenire la possibile carenza di iodio, il sale da cucina viene spesso arricchito con ioduro di sodio, sempre più facile da reperire in commercio. Gli ormoni tiroidei all’interno del circolo ematico vengono legati a proteine che li trasportano nei tessuti e liberati all’interno di questi. E’ la forma libera che è biologicamente attiva, perciò quando gli ormoni vengono dosati nel sangue si usa dosare la frazione libera, indicata con FT3 e FT4. Gli ormoni tiroidei hanno nell’organismo due effetti principali: aumento del metabolismo nella sua totalità e stimolazione della crescita nel bambino. Gli ormoni tiroidei aumentano sia il metabolismo basale dell’individuo che l’attività metabolica di tutti i tessuti. Inoltre gli ormoni tiroidei aumentano la risposta dei tessuti alle catecolamine (dopamina, adrenalina, noradrenalina). Le catecolamine sono prodotte nel cervello, nelle terminazioni nervose del sistema simpatico e nel surrene . In generale si può dire che queste sostanze permettono all’organismo di reagire agli stress aumentando la quantità di sangue pompata dal nostro cuore e quindi il flusso di sangue che arriva ai nostri tessuti e stimolando il metabolismo cellulare (Si pensi ad esempio alla reazione che si ha di fronte ad un pericolo). L’influenza della tiroide a livello cellulare di tutto l’organismo spiega il motivo per cui la produzione di un’adeguata quantità di ormoni tiroidei è indispensabile al normale accrescimento corporeo, lo sviluppo e maturazione dei vari apparati, in particolare per l’apparato scheletrico e riproduttivo. Per mantenere il metabolismo ad un livello normale deve essere continuamente secreta esattamente la giusta quantità di ormoni tiroidei, infatti piccole variazioni possono avere ripercussioni notevoli sull’organismo. La sintesi e la secrezione degli ormoni tiroidei è controllata da ghiandole presenti nel cervello: ipotalamo e ipofisi.  Le patologie della tiroide sono molte e riconoscono diverse cause. Per semplicità verranno suddivise a secondo dell’alterazione della quota di ormoni tiroidei circolanti. Si parlerà perciò di ipotiroidismo e di ipertiroidismo. Si noti che i sintomi saranno di segno opposto, ad esempio nell’ipertiroidismo si ha un aumento dell’eccitabilità, mentre nell’ipotiroidismo si ha un rallentamento psico-motorio. L’ipotiroidismo è una condizione morbosa causata da una carenza di ormoni tiroidei con conseguente rallentamento del metabolismo. Le malattie della tiroide sono state tra le prime alterazioni endocrine a essere state associate a un’ampia varietà di sintomi neuropsichiatrici, e non sorprende che i disturbi tiroidei abbiano costituito una nosografia psichiatrica da oltre un secolo. L’ipertiroidismo, di solito associato a un adenoma tiroideo o al morbo di Graves, può presentare, oltre a una serie di sintomi fisici, un eterogeneo gruppo di sintomi e sindromi psichiatriche. Nell’ipertiroidismo emergono comunemente segni e sintomi d’ansia (palpitazioni, sudorazione, irritabilità, insonnia, nervosismo, distraibilità, stanchezza) depressione e instabilità emotiva.  Alcuni sintomi, che sono propri dell’ipertiroidismo, come le palpitazioni, l’insonnia, la stanchezza, la difficoltà di concentrazione, si sovrappongono con i,sintomi dell’ansia e della depressione; perciò, nonostante questi sintomi appartengano alla condizione dell’ipertiroidismo, possono spesso essere interpretati come sintomi di disturbi psichiatrici. È ben noto il grave deficit neurologico conseguente a condizioni di ipotiroidismo neonatale, con conseguente ritardo mentale e cretinismo. L’ipotiroidismo dell’adulto  associato a manifestazioni neurologiche meno gravi, mentre risultano più comuni quelle psichiatriche e le alterazioni comportamentali. Gli effetti dell’ipotiroidismo conclamato sulle funzioni cognitive e sull’umore sono ben conosciuti e l’ipotiroidismo è considerato una comune causa di demenza reversibile. Anche nel caso di un ipotiroidismo subclinico, come quello presentato più frequentemente dalle persone anziane, è stata evidenziata un’associazione tra lo stato della tiroide e il declino cognitivo e la demenza . Nell’ipotiroidismo di I grado (o conclamato), caratterizzato da bassi livelli di T4 e tiroxina libera (fT4) ed elevati livelli di tireotropina (TSH), il quadro clinico si sovrappone in modo significativo con la depressione maggiore, con un rallentamento psicomotorio, stanchezza, diminuita libido, umore depresso e ideazione suicidiaria. Possono, inoltre, essere presenti alterazioni del ritmo sonno-veglia; la frequente presenza di ipersonnia e incremento ponderale nei pazienti ipotiroidei può portare a un’errata diagnosi di depressione atipica. Infatti, distinguere i sintomi dovuti alle anormalità della tiroide da quelli di un disturbo psichiatrico primario è  spesso difficile, specialmente quando le manifestazioni psichiatriche sono le prime o le uniche evidenze della malattia endocrina. Oltre la depressione e la demenza, possono associarsi più raramente all’ipotiroidismo altre importanti alterazioni psichiatriche. Il trattamento sostitutivo permette in questi casi una completa risoluzione della sintomatologia psichiatrica .Da alcuni studi è emersa l’associazione tra una disfunzione autoimmune tiroidea, riflessa dalla presenza di anticorpi antiperossidasi tiroidea, e depressione; rimane ancora da comprendere se la disfunzione autoimmunitaria preceda la depressione o viceversa . È interessante come la presenza di questi anticorpi durante la gestazione sia associata con l’esordio di una successiva depressione post-partum, potendo pertanto essere considerato un marker di depressione.