Il lato oscuro di YouTube

 Alessio Ganci

Dal 2005 si è diffuso su Internet un sito particolare, che in seguito, diventerà uno dei più famosi e cliccati del web. Questo sito è YouTube, il noto servizio di condivisione video. Questo sito è sicuramente una voce di libertà, però, esiste anche il suo lato oscuro. Alla nascita di YouTube, bisognava per forza guardare i video in streaming, cioè, direttamente online, senza possibilità di scaricarli sul computer. Bisognava sperare che la linea telefonica non venisse interrotta e non bisognava mai fare telefonate mentre si stava guardando un video, sennò, tutto si sarebbe interrotto. Oggi, per fortuna, esistono delle utility open source gratuite che si occupano di estrapolare i video con una tecnica di “hacking onesto” di YouTube. Infatti, in YouTube è presente un comando get_video, che però, per qualche misteriosa ragione, i proprietari del sito non hanno mai voluto esporre al pubblico. Quindi, ci hanno pensato i creatori delle utility gratuite per scaricare i video da YouTube. L’utility più famosa ed utilizzata è YouTube Downloader, perché è rapida ed offre anche la possibilità di convertire i video di YouTube dal formato nativo Adobe Flash (.flv) ad un formato video adatto alla riproduzione normale, senza aver bisogno di acquistare Adobe Flash solamente per vedere un file .flv offline in santa pace. Dopo aver visto uno dei difetti di YouTube, che ora però, in parte è stato risolto, occorre  specificare il vero lato oscuro di YouTube: infatti, questo servizio è molto usato da delinquenti, spesso adolescenti, per pubblicare video-shock in cui si notano violenze sessuali od altri contenuti che costituiscono reato. Un caso che merita di essere approfondito, è il processo contro Google per aver indicizzato un video-shock di YouTube. Questo processo, a mio parere non è attuabile, per il semplice motivo che la responsabilità dell’indicizzazione del video non è di Google, ma di YouTube. Infatti, il funzionamento di Google, consiste in un crawler, cioè un programma che indicizza automaticamente il web. Questi crawler, possono bloccare l’indicizzazione di un contenuto web, solo se il proprietario lo ha bloccato con un file robots.txt, cioè, un file che contiene delle regole specifiche sull’indicizzazione di contenuti. Quindi la responsabilità   è, mio avviso,di YouTube, quella di oscurare i video shock e di bloccarli direttamente mediante robots.txt, cosicché il crawler di Google non lo avrebbe indicizzato. E poi è da notare che, oltre alla responsabilità di YouTube, Google non può modificare il corretto funzionamento del crawler, per bloccare l’indicizzazione di contenuti che, il proprietario di YouTube non ha bloccato.