Valenza suggestiva della comunicazione visiva

 Giovanna Rezzoagli

La suggestione è l’accettazione acritica di un’opinione, di un’idea o di un comportamento. Si distingue tra autosuggestione, che avviene quando il meccanismo nasce da ideazioni interne al soggetto, ed etero suggestione quando l’influenzamento alla base del processo di suggestione viene originato da stimoli esterni al soggetto. Occorre tenere presente che la comunicazione è un processo continuo di interscambio tra soggetto ed ambiente circostante che si genera sia a livello consapevole che inconsapevole, sia che sia presente nel soggetto la volontà o meno di comunicare. Sulla base di sperimentazioni compiute dallo psicologo statunitense George Miller, si è arrivati a stabilire che il cervello umano è in grado di ricevere ed elaborare circa 60.000.000 di informazioni al secondo. La mente funziona, in modo estremamente schematizzato, utilizzando tre macroprocessi: la generalizzazione, la deformazione e la rimozione. Queste tre grandi aree di funzionalità sono state sviluppate durante il processo evolutivo per facilitare l’apprendimento e l’utilizzo della maggiore quantità possibile di informazioni. Le informazioni visive vengono immagazzinate nella cosiddetta memoria eidetica e possono essere evocate o cancellate, ma anche essere introiettate inconsciamente e  condizionare successivamente il comportamento. Questa fenomenologia si osserva in modo più compiuto nei bambini e negli adolescenti, più fragili ed esposti al fenomeno dell’emulazione. La suggestione delle immagini è ampiamente utilizzata in ambito pubblicitario, ove si ricorre frequentemente anche all’utilizzo del significato psicologico del colore. Basti pensare alle immagini piene di colori vivaci ed allegri, per esempio, delle pubblicità di prodotti integratori di vitamine e sali minerali. L’ideale di perfezione fisica che viene promosso in altri messaggi di tipo pubblicitario può facilmente tradursi nell’equazione Bellezza=Successo e Felicità. Ben sappiamo che né il successo né tantomeno la felicità possono essere conseguiti, perlomeno in modo maturo e consapevole, attraverso la perfezione fisica, anche se è purtroppo indubbio che in una società votata prevalentemente all’apparenza più che alla sostanza , questa uguaglianza può in alcuni casi essere soddisfatta. Basti pensare alle veline di turno, alla “notorietà” di personaggi creati al tavolino mediatico per soddisfare le esigenze di voyeurismo del popolino incerto ed insoddisfatto. Il possibile “antidoto” alla suggestione e al condizionamento che essa imprime nel comportamento è costituito dalla conoscenza, dallo stimolo al non conformarsi passivamente agli atteggiamenti altrui. Il conseguimento della libertà intellettuale, vero presupposto della consapevolezza e della realizzazione di se stessi, viaggia attraverso il porsi domande, senza accontentarsi delle risposte altrui.