Un veicolo che risparmia energia

 Il 21 ed il 22 Maggio, a Salerno, è stato presentato un interessante progetto nell’ ambito della manifestazione “Fru09”, il festival delle radio universitarie nazionali. Il progetto riguarda un “Hibryd Solar Vehicle”, di cui il Professore Gianfranco Rizzo dell’Università di Salerno ci ha fornito, in qualità di coordinatore, un’ampia spiegazione.

Come nasce il progetto?

Il nostro progetto riguarda la ricerca nel campo della mobilità, dei mezzi di trasporto (in particolare delle auto) e dei sistemi di risparmio energetico.

Come prende nome il progetto?

Il veicolo che abbiamo sviluppato si chiama “Veicolo Ibrido Solare”, ed è stato creato nell’ambito di due iniziali progetti, ognuno dei quali ha un suo nome; il più importante dei due è stato il Progetto Europeo denominato <<Energy Convention Systems and Their Environmental Impact>>, titolo piuttosto generico che sta ad indicare che il nostro lavoro doveva dare dei contributi didattico-formativi e di ricerca sul tema dei sistemi di conversione energetica e dell’impatto ambientale.

Chi ha partecipato al progetto?

Abbiamo avuto 11 partner, hanno partecipato cinque Università di cinque Paesi Europei. Quindi, oltre all’Università di Salerno che ha contribuito con due Dipartimenti, quello di Ingegneria Meccanica e quello di Ingegneria Elettrica, sono state coinvolte anche un’Università francese, l’Università di Budapest in Ungheria, l’Università di Istanbul in Turchia e un’Università dalla Romania. Il promotore del progetto è stato l’Istituto Alfano I, oltre al Parco Scientifico di Salerno,  invece io sono stato il coordinatore delle attività. Altri partner importanti sono stati la Telecom a livello nazionale, e a livello locale l’azienda Elettrosannio in provincia di Benevento che produce i pannelli solari e l’Automobil Club di Salerno.

Quanti anni è durato il lavoro?

E’ durato due anni, ed anche grazie a sponsorizzazioni da parte di altre strutture in base alle quali abbiamo potuto realizzare il nostro progetto. L’Automobil Club, in particolare, ci ha fornito il veicolo elettrico che è poi divenuto,con le opportune modifiche, il nostro prototipo.

Ci sono stati finanziamenti?

Sì; da parte dell’Unione Europea sono stati stanziati 300.000 euro, per cui abbiamo sviluppato il prototipo ed anche un sito web (www.dimec.unisa.it/leonardo) in otto lingue, le lingue dei partner (tedesco, spagnolo ed inglese) il quale delinea un percorso didattico su questo tema e spiega a beneficio di studenti ma anche di semplici appassionati il problema dell’energia, della mobilità, e spiega come noi abbiamo affrontato tali problematiche.

E quindi come sono stati risolti questi problemi? In cosa consiste il prototipo?

Il prototipo è stato sviluppato a partire da un veicolo elettrico. Questo veicolo ha una grossa batteria, un motore elettrico che alimenta le ruote, e la sua particolarità è che può recuperare energia dalla frenata, mentre nei veicoli normali tale energia viene dissipata nei freni; col motore elettrico pertanto noi possiamo invertire la polarità, farlo lavorare praticamente come dinamo e recuperare almeno in parte l’energia di movimento. Questo è sicuramente un primo vantaggio. Il secondo vantaggio è che il prototipo utilizza gran parte dell’energia immagazzinata a bordo, a differenza di quanto succede con i veicoli con motori termici, i quali ne sfruttano solo il 30% e il resto viene dissipato in calore. E poi c’è il problema dell’inquinamento delle aree urbane e della produzione di CO2. Il difetto dei veicoli elettrici è che però hanno scarsa autonomia, nel senso che le batterie non riescono a supportare il veicolo per lunghi tratti e quindi sono nati i veicoli “ibridi”. Questi in pratica hanno sia un motore tradizionale, sia un motore elettrico che collaborano fra loro. Il più famoso veicolo ibrido è la Toyota Verso. Questa tipologia di veicolo nasce anche dalla filosofia di far lavorare i due motori nelle migliori condizioni possibili; cioè dato che non c’è un solo motore a servire il comando del guidatore ma lo servono in due, possiamo evitare di far lavorare il motore termico in condizioni di cattivo rendimento cui spesso è sottoposto. Per esempio, nel traffico ha un rendimento pari solo al 10% ; invece, al fianco del motore elettrico, lavorerà sempre al massimo del rendimento. Oltre al veicolo ibrido nel prototipo ci sono i pannelli solari. Per molto tempo l’utilizzo dell’energia fotovoltaica è stato scartato da un’analisi superficiale. Ma una vettura normale ha una potenza dell’ordine dei 100 kilowatt; e siccome la potenza ricavabile dai pannelli è dell’ordine dell’1% della potenza di vetture di media cilindrata, potremmo chiederci se ne valga la pena. E’ anche vero, però, che le statistiche mostrano quanto sia largo l’utilizzo delle autovetture per non più di un’ora al giorno e per brevi spostamenti in aree urbane, e, in queste condizioni, l’energia captabile dai pannelli durante la guida e il parcheggio rappresenta una frazione significativa dell’energia spesa per la propulsione.Ringraziamo il professore per le spiegazioni tecniche riguardanti questo veicolo rivoluzionario, il quale senz’altro contribuirà al risparmio energetico ed economico a tutto vantaggio dell’ambiente. Ricordiamo inoltre che il prototipo sarà presente nel Salone del Centro Agroalimentare presso la zona industriale di Salerno, nell’ambito della manifestazione “Ambientarsi”, e si auspica che questo sia l’inizio per un nuovo progresso dell’energia pulita.

Maria Cristina Folino