Cirielli ha vinto, viva Cirielli

Aldo Bianchini

Dicevo nel mio articolo di ieri che quando si parla di politica bisogna sempre cercare di attenersi ad un’analisi attenta e meticolosa, lontana dai facili entusiasmi, dalle enfatizzazioni di maniera e dalle personali convinzioni. Orbene, Edmondo Cirielli rappresenta un caso, un personaggio politico da studiare quasi scolasticamente, per capirne la statura umana e la dimensione politica poi. Non è una persona caratterialmente facile Edmondo Cirielli e queste sue improvvise quanto roboanti manifestazioni caratteriali, che qualche sprovveduto ha voluto indicare come altamente dannose, sono invece per certi versi la chiave del suo successo personale e politico. Un vero punto di forza, anzichè una debolezza, insomma una garanzia per il futuro perchè in queste sue esternazioni ha sempre dimostrato di essere assolutamente coerente: lo fa con tutti. E quindi tutti sanno che è fatto così: prendere o lasciare. La disciplina militare, infine, lo fa apparire, ed anche essere, duro e decisionista al punto giusto. In Via Roma, presso la federazione provinciale di AN, si racconta di un Cirielli che da sempre controlla e legge attentamente qualsiasi documento prima di autorizzare un’operazione o apporre la sua firma: una garanzia per tutti, non c’è che dire; anche per la disastrata Provincia.  Descritto in poche battute il profilo umano del vincitore è giusto analizzare la sua statura politica. In maniera preliminare va detto che Cirielli ha sempre vinto, qualunque sia stata la competizione elettorale cui ha partecipato, in una escalation senza intoppi particolari, fatta eccezione per un primo tentativo alla Camera fallito che, comunque, registrò una imponente valanga di voti. Cirielli è, dunque, un personaggio vincente che riesce ad essere polo attrattore anche per chi incautamente si è in passato allontanato dalla sua sfera di influenza. A Salerno ha avuto almeno tre meriti politici che i suoi detrattori vogliono far passare come demeriti. In primo luogo ha svecchiato il partito mandando a casa ruderi (più che leader) incartapecoriti e liquidando quelli più giovani, insidiosi e troppo fascisti; lo avrà fatto anche brutalmente, ma io sinceramente non vedo (come non vedevo) altra strada per farlo. E’ passato anche Lui per le forche caudine degli accordi trasversali con  la sinistra ma, oggi, a ben rivedere quelle scelte bisogna riconoscere a Cirielli il merito di aver battuto la sinistra proprio per il fatto che la sinistra stessa si è addormentata sicura che quei presunti accordi potessero reggere a vita. In secondo luogo ha saputo cogliere l’insofferenza dell’elettore medio salernitano ormai stanco della pressione ossessiva che grava come una cappa sull’intera città (come dice un mio caro amico!!) e su parte della provincia da parte della sinistra; insomma al di là della parziale tenuta del PD soltanto in città, nel resto della provincia è stato un vero trionfo per il PdL; un segnale serio ed allarmante per Vincenzo De Luca che dopo essere stato salvato verrà battuto “politicamente” dallo stesso Cirielli. Ma di questo ne parleremo domani. Il terzo merito di Cirielli è forse quello più edificante per un “uomo di partito” come Lui ama definirsi. Da vero delfino qualche anno fa avrebbe avuto (uso il condizionale solo per prudenza giornalistica) direttamente da Gianfranco Fini il compito di “demissinizzare” il partito e Lui lo ha fatto con chiarezza, con durezza ma anche con pazienza in anni di brutali lotte intestine e di tante “notti dei lunghi coltelli” passate insonni. “Credere e ubbidire”, senza questa demissinizzazione probabilmente oggi non avrebbe conquistato l’Ente Provincia dove la destra non aveva mai messo becco e non sarebbe riuscito a cementare le basi per la conquista di Palazzo di Città. Auguri, Presidente Cirielli.