Ara oltraggiata: deturpata la pace!

di Rita Occidente Lupo

Il simbolo della pace. Quella che Augusto, da princeps, volle a corredo della città eterna. Un modo per salutare una nuova era, in cui i dissapori della monarchia assolutistica e le contese della Repubblica contesa, si sedassero. Crocifiggendo, sotto la polvere dei secoli, non solo le ataviche lotte tra Orazi e Criazi, ma le guerre fratricide che avevano segnato il passo alla violenza barbarica. Ma la follìa ambientale, continua a terrorizzare l’ambiente. A prendersela col patrimonio arhitettonico, che sfida i secoli. Anonimi imbrattatori del simbolo della romanità: 5 oltraggiosi, a detta della Digos che indaga a riguardo, ripresi dalle telecamere a circuito chiuso, nella loro tintoria rosso-verde. Le polemiche montate, implacabili. Ascrivendo a tale atto d’inciviltà, marcato colore politico. Andando a ritroso nel tempo. A quando, dopo sette anni di lavori, Richiard Meier, aveva ultimato la teca che racchiude l’Ara. In acciaio, travertino, vetro e stucco, il complesso era stato inaugurato e aperto al pubblico in occasione del Natale di Roma, nel 2006. Primo grande intervento architettonico-urbanistico nel cuore della Capitale dall’era fascista, la struttura ostenta caratteri trionfali. Graziano Cecchini, l’autore della vernice rossa nella Fontana di Trevi, ha trovato geniale l’azione. Creativa. Anche l’idea del water e della carta igienica ai piedi del complesso. Una parte dell’opinione pubblica ha ascritto ad un certo tipo di propaganda, il malfatto. Anche il sindaco Alemanno, finito nel mirino dei detrattori. Come Rutelli. Ma al di là del gossip di responsabilità, permane l’azione. Il significato insito. Oltraggiare la Pace. Forse nel nostro Paese davvero tale valore è finito tra le erbacce dei rifiuti, ai piedi del water! Augusto rimugina dalla sua tomba, se davvero gli uomini di questo tempo, al di là della teca contornante, siano degni di custodire il cardine di ogni convivenza civile!