La sindrome da iperattività

Giovanna Rezzoagli

In termini tecnici si chiama disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Attention Deficit Hyperactivity Disorder – Adhd) e coinvolge circa il 4% della popolazione pediatrica. Un problema che interessa sia bambini che adulti che manifestino difficoltà nel mantenere un’attenzione continua nel tempo, nel controllare l’impulsività e nel regolare il proprio livello di attivazione fisiologica. Si tratta di un disturbo eterogeneo e complesso, multifattoriale che nel 70-80% dei casi coesiste con un altro o altri disturbi. La coesistenza di più disturbi aggrava la sintomatologia rendendo complessa sia la diagnosi sia la terapia. Secondo la maggior parte dei ricercatori e sulla base degli studi degli ultimi quarant’anni il disturbo si ritiene abbia una causa genetica e sia anche legato a fattori morfologici cerebrali, fattori prenatali e perinatali, fattori traumatici. Tale tesi è contestata da chi sostiene che, ad oggi, nessun fenotipo (marcatore biologico) è stato individuato per l’ADHD, ed alcuna prova definitiva è stata fornita circa la tesi dell’origine genetica della sindrome. In molti casi si registra una remissione spontanea dei sintomi con l’avanzare dell’età del soggetto, anche in pazienti non sottoposti a terapia farmacologica. Secondo le ultime stime, circa quattro milioni di americani, la maggior parte dei quali bambini e adolescenti, riceve prescrizioni mediche per farmaci stimolanti simili alle anfetamine, destinati a curare la sindrome da iperattività e deficit di attenzione. Recentemente, alcuni rapporti hanno messo in evidenza che possono manifestarsi effetti collaterali seri, anche se rari, a causa del consumo di tali farmaci. Per questo motivo ricercatori e medici stanno iniziando a rivedere il modo in cui la sindrome da iperattività e deficit di attenzione viene curata. Molte prescrizioni di farmaci per la ADHD sono ordinate da medici di famiglia, che non hanno molta esperienza nel diagnosticare questa malattia e succede anche che molti bambini che soffrono di ADHD non vengono diagnosticati come pazienti. Da un lato quindi alcuni abusano di farmaci per la ADHD, dall’altro alcuni pazienti rimangono senza cura perché non riconosciuti come tali. In Italia la situazione è molto simile. L’utilizzo di psicofarmaci dovrebbe sempre essere attentamente monitorato dal medico specialista in Psichiatria, tanto per gli adulti che per i bambini. Ritalin, Concerta, Equasym, Medikinet, Rubifen, tutti psicofarmaci che hanno una caratteristica in comune: Sono i molti nomi di un composto chiamato Metilfenidato. Negli Stati uniti il metalfenidato, la base dello psicofarmaco maggiormente usato per “curare” l’ADHD è fra i primi in classifica fra le droghe da strada anche fra i minori . Capire i problemi è fondamentale. I bambini d’oggi sono diversi da quelli delle precedenti generazioni, da loro ci si aspetta comportamenti e prestazioni che non sono più realistici. Ricerche recenti hanno evidenziato che la fruibilità di videogiochi, computer, televisione, hanno modificato i circuiti neurali dei bambini condizionandoli a modalità diverse di percepire, reagire e apprendere. La scuola e la famiglia non hanno ancora preso coscienza di questa realtà. Gestire la disciplina è il problema più sentito in tutto il mondo scolastico. La soppressione dei tradizionali strumenti punitivi non è stata accompagnata dalla messa in atto di nuove modalità per risolvere questo problema. Alcune, come la riduzione del numero degli alunni per classe, sono semplici come sforzo concettuale ma troppo costose sul piano economico per lo Stato. Ripensare la scuola e la qualità della vita in generale è una responsabilità degli adulti.