Darsi fuoco!

di Rita Occidente Lupo

Giovani inquieti con la vita. Con se stessi. Col mondo adulto. Con tutto quanto non li appaga. Specialmente col cuore, che quando non si sente corrisposto, sbuffa e va in tilt. Se alle crisi dell’età, si associa l’esperienza immigratoria, il tutto s’acuisce. Al punto da devastare la stessa esistenza. Il quindicenne filippino a Potenza, piromane di se stesso. Non ha voluto continuare a vivere. L’apparente geste insano, affonda le radici nell’adozione. Non sempre chi s’inserisce in una nuova famiglia, ci s’integra. Come nella società. Spesso razzista, emarginante. Ghettizzante. Parca d’ accoglienza. Nella fragilità emotiva, nell’universo che ognuno si continua a portare dentro, avendo lasciato il proprio Paese, rimpianti e sogni. Ricordi e nostalgie. L’amore, toccasana di solitudine. Quando l’altro diventa supporto al proprio andare. Compagno di viaggio alle angoscie esistenziali, che nel fondo del proprio io, implodono senza far rumore. Il gesto contro la vita stessa, l’urlo di Munch. Anelito all’amore che, quando c’è, spesso non s’avverte. Così si decide d’andare, a volte senza far rumore, innescando micce d’attenzione, anche se troppo tardi. Gioventù bruciata, il caso d’esclamare. A caccia d’aiuto per affrontare la dura fatica di crescere! In un mondo che brucia troppo in fretta l’ascolto, per raccogliere segnali  di sostegno.

Un pensiero su “Darsi fuoco!

  1. La morte lascia sempre in chi vive un sentimento di dolore, di vuoto. A volte, quando a morire è una persona che amiamo, persino un senso di colpa per essere noi ancora in vita, non è un concetto teorico, ma esperienza personale. Succede di frequente anche quando la morte avviene per cause naturali. Il suicidio presuppone l’intenzionalità, rendendo l’evento ancora più devastante.La psicopatologia insegna che il suicidio in età adolescenziale è piuttosto raro, ma comunque rappresenta un fenomeno in crescita; quasi sempre legato a sfondi di carattere depressivo, ma di tipo endogeno ,che nasce cioè dal “di dentro” ove il soggetto non ha una vera e propria consapevolezza del suo atto. Una modalità così devastante di darsi la morte, a posteriori, suggerisce un severo distacco dalla realtà. Forse qualche segnale sarà stato lanciato, forse no. Una cosa certa è però che l’ascolto manca, in un mondo drogato di urla, litigi, eccessi di ogni tipo, uno sguardo purtroppo trova solo indifferenza.
    Giovanna Rezzoagli

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