Salerno: Arti di Maggio, il laboratorio del fumetto ed animazione

Giornata dedicata ai ragazzi, quella di venerdì 22 maggio, della seconda edizione di Arti di maggio, una rassegna che si rivela quale incrocio sonoro di linguaggi espressivi, promossi dall’Associazione Seventh Degree, di Liberato Marzullo e Antonello Mercurio, fortemente voluta dagli assessori Vincenzo Maraio e Gaetano Arenare, ospite della kermesse Salerno Porte Aperte allestita dal Comune di Salerno. Venerdì 22 maggio, alle ore 21,30, la serata inizierà alle ore 19 con il Laboratorio di fumetto e animazione, nel complesso di Santa Sofia, a cura di Enzo Lauria, del dipartimento di grafica, di immagine fotografica, filmica e televisiva dell’Istituto d’Arte “F.Menna”. Alle ore 21,30, seguirà un récital del pianista Tullio Forlenza, nella chiesa dell’Addolorata. Il programma principierà con  la sonata K.545 di Mozart uno tra i brani pianistici più eseguiti dagli allievi di pianoforte del mondo intero, ed è degno di nota che il brano non fu composto dal giovane Mozart bensì dal compositore adulto che già si era lasciato alle spalle l’esperienza del Don Giovanni. L’equilibrio formale della sonata è infatti magistrale, l’allegro iniziale è un susseguirsi di idee melodiche perfettamente concatenate, dove anche le figurazioni di carattere più tecnico sono perfettamente inserite nello svolgersi del discorso musicale, segno di una maturità mozartiana ormai raggiunta che riesce straordinariamente a preservare l’antica infantile purezza.Seguirà la sonata WoO 47 n.2 di Beethoven, in modo diametralmente opposto, è l’espressione drammatica ed intensa della psiche di un bambino di 12 anni; dal punto di vista interpretativo eseguire questa sonata ha comportato delle scelte molto radicali e sostanzialmente antifilologiche. Dall’osservazione del brano si evince facilmente che il giovane compositore stesse applicando alle sue idee compositive gli stilemi esecutivi dell’epoca in cui si trovava, immettendo lungo tutto il corso della sonata abbellimenti di maniera e fraseggi staccato-legati tipici dell’espressività settecentesca ancora in uso nella fine del secolo diciottesimo. La seconda parte del concerto si apre con le Kinderszenen Op.15 di Schumann. La visione dell’autore è notevolmente complessa, lui stesso non riuscì ad definire in modo esaustivo se i brani dell’Op.15 fossero pensati da un adulto per l’infanzia o se fossero reminiscenze di un adulto per gi adulti, come una sorta di riflessione lirica sul mondo infantile. Certamente l’uso sistematico della polifonia nei tipici modi tanto caratteristici dell’autore ne fanno un’opera di comprensione non semplice per la gioventù e gli stessi linguaggi armonici e melodici spesso sono di avanzata complessità logica. Sicuramente la capacità di analisi e di introspezione psicologica che traspare da questi quadretti è notevole, dominano il senso della visione e della affabulazione. Dalle “Scene infantili” di Schumann alla conclusiva suite “Le danze delle bambole” di Shostakovich, che non compose questo ciclo per l’infanzia, né pensando all’infanzia, anzi raccolse queste danze prendendo il materiale dai suoi balletti.  In dettaglio Le Danze delle Bambole sono una serie di brani per pianoforte senza numero d’opera compilata dall’autore nel 1952 dalle sue Suite da Ballo, esse stesse costruite su brani estratti da musiche di varia provenienza. Il Valzer Lirico che apre il ciclo proviene dal balletto del 1935 “The Limpid Stream” Op.39 (Il rivo limpido), utilizzato poi nella suite da ballo n°.3 ed è un brano di grande eleganza che richiede fraseggio molto duttile e sfaccettato per renderne appieno il senso di liricità cui il titolo rimanda. La Gavotta successiva, che originariamente era parte delle musiche approntate tra il 1933 e il 1934 per il dramma “The Human Comedy” Op.37 (La commedia umana) proviene anch’essa dalle Suite da ballo n°.3, si tratta di un brano costruito sull’antico ritmo di danza in cui l’atmosfera è di grande leggerezza e semplicità espressiva. Segue una Romanza, tratta come la Polka successiva da The Limpid Stream, brani entrambi confluiti più tardi nella Suite da ballo N.1, nel primo dei due brani Shostakovich costruisce una splendido canto accompagnato in cui, senza nulla sacrificare alla linearità, si succedono modulazioni molto libere che danno grande mobilità alla linea melodica. La Polka, che nella suite N.1 ha invece il titolo “Dance”, è un divertente pezzo brillante che a partire da un’innocente introduzione e da un parlante tema in modo minore incalza verso un clima festoso che sfiora lo spirito delle sfrenate danze di Offenbach. Il brano successivo tratto dalla Suite da ballo n°.1 è il Valzer-Scherzo tratto dal balletto del 1931 “The Bolt” Op. 27 (Il bullone) conosciuto anche come “petite ballerina”. Il sesto pezzo della serie era già stato utilizzato come tema di Petruška nella rivista musicale “Declared Dead” Op.31 poi ancora nel balletto “The Limpid Stream” quindi nella Ballet Suite n°.1 con il titolo “Polka”, nella nostra suite invece il titolo “Hurdy-Gurdy” lo rimanda agli organetti di Barberia.“Danza”, il brano che chiude l’opera è tratta dal balletto “The Limpid Stream”, ed è una breve composizione vivace e lieta, chiaramente ispirata dal repertorio folcloristico russo, che rende in pieno l’impressione di una caratteristica danza popolare.