Salernitana:Conte ed il suo Bari a Salerno non in veste turistica

 

Maurizio Grillo

All’Arechi sabato pomeriggio va in scena il penultimo atto di una stagione da dimenticare ben presto, magari con l’acquisizione di una salvezza da mettere in cassaforte già al termine della partita, o comunque solo rinviata di sette giorni. Saranno in trentamila, in una fantasmagorica e variopinta scenografia di colori, predominante quello granata con forte integrazione ed connotazione di quello bianco – rosso, mentre il solito gioioso e sincero gemellaggio farà da corollario ad uno spettacolo vero in campo e sugli spalti, ed è qui che finisce il “volemose tanto ben”, poi il responso inequivocabile del rettangolo di gioco. Mister Brini non si fida di una Bari satollo e deconcentrato, sa che questa squadra anche giocando in scioltezza può essere devastante, sa che la grande deontologia professionale di Conte ed i suoi calciatori sarà protagonista anche in questi 90 minuti, insomma se la Salernitana deve vincere, deve farlo con le proprie forze e sarà un’impresa ancora più esaltante. Massima concentrazione, quindi, in ogni seduta di allenamento, la truppa granata lavora sodo, ma la cosa che fa più piacere è che c’è grande concentrazione, consapevolezza dei propri mezzi e convinzione di poter centrare l’obiettivo con il piglio della grande squadra. Il tecnico di Porto Sant’Elpidio segue con celata preoccupazione le condizioni dei singoli, soprattutto quelle di Fusco e Merino, due pedine, che almeno in questo contesto e circostanza, appaiono indispensabili per lo scacchiere granata. Il valore del capitano granata è fuori discussione, con il suo contributo il pacchetto arretrato acquisisce sicurezza e personalità, peculiarità indispensabili in partite cosi delicate e difficili, non a caso quando è mancato il baluardo salernitano, la retroguardia granata è andata molte volte in crisi, determinando anche risultati altamente negativi e mortificanti. Discorso diverso per il Maradona delle Ande, giunto a Salerno come un vero e proprio oggetto misterioso, bistrattato e messo da parte da un allenatore, Castori, dimostratosi sicuramente non in grado di allenare una squadra di serie B, grazie alla testardaggine del patron Lombardi, che ha sempre creduto in lui, ed alla lungimiranza del trainer granata, il peruviano ha dimostrato di poter fare la differenza in cadetteria e magari di ben figurare anche nella massima serie. Sicuramente i due saranno della partita, mister Brini si aspetta molto da loro, ma soprattutto dal sudamericano, del resto contro il Bari si può vincere, in primis disputando una gara maiuscola oppure con qualche magia che Merino possiede nel suo vasto repertorio, l’importante, comunque, è conquistare i tre punti in palio, conditio sine qua non che risulta indispensabile per rimanere ancora nel calcio che conta.