Bambino di 9 anni impicca un cane. Gli amici lo filmano

 

Salvatore Ganci

Tanti anni fa (era il 1980, se non ricordo male) il Secolo XIX di Genova riportava la bravata (se così si può definire) di un gruppo di “annoiati” che in una noiosa serata estiva, in uno stabilimento balneare,  crocifissero un cane sulla spiaggia di Zoagli. Il fatto si commenta da solo, ognuno può riflettere a quanto simili individui possa essere dato il diritto di convivere in una società civile. Impressionante fu allora (Internet non c’era) l’omertà assoluta di un paesotto rivierasco di 2000 anime, anche se il fatto fu ripreso e chiacchierato probabilmente tra qualche bicchiere di vino in una altrettanto noiosa serata invernale.Di nuovo sul Secolo XIX di oggi spicca un titolo ancora più inquietante: “ Bambino di 9 anni impicca un cane. Gli amici lo filmano.” Ciò che non impressiona è l’avere “filmato”. Oggi, qualunque azione di vigliaccheria (ma ai limiti della punibilità “certa”) viene filmata e messa in Rete. Non impressiona neppure che questo piccolo “deviato” non abbia mostrato alcun segno di pentimento. Mi sta più a cuore invece il problema: “se non ha mostrato segni di pentimento ignora il concetto di “bene” e di “male” o invece vive e viene educato in una famiglia che considera “bene” l’azione svolta o, ancora, manifesta i primi sintomi del disturbo antisociale di personalità e nessuno se ne è accorto ? Ho timore che il “disturbo antisociale di personalità” non trattato in qualche modo o in tempo produrrà il sicuro delinquente di domani: è sufficiente lasciare andare le cose come stanno andando.  In altri termini, se i limiti di età della “non punibilità” diventassero quelli di alcuni degli (in)civilissimi Stati Uniti d’America, forse la famiglia di questo piccolo “socialmente disadattato” si premurerebbe di impartire una diversa educazione ed un diverso esempio? Temo invece che il ragazzino che, non intendendo partecipare a questa vile azione, ne ha denunciato il fatto rischi ancora qualche rappresaglia come “infame”.  Mi pongo un semplice quesito: ma c’è una “ratio” per cui la “punibilità” debba attendere i 14 anni in Italia o il concetto di “bene” e di “male” varia con le coordinate geografiche? Negli anni ’50, per la Chiesa di Pio XII, un bambino di 6 anni aveva una corretta nozione di “bene” e di “male” e il catechismo era solo finalizzato ad un consapevole accostarsi al Sacramento della Comunione (me lo ricordo molto bene). Oggi è ancora così o anche la Chiesa si è “aggiornata”? Se imitassimo l’esempio degli Stati Uniti, forse saremmo un po’ più incentivati in una più capillare educazione primaria (quella data dalle famiglie)  e quella completata poi nelle scuole? Ma forse nelle scuole è più interessante proporre assemblee con canti e danze, o sulla storia del rock o se vogliamo strafare in serietà sulla “Fisica del Karate” (con la supervisione di Chuck Norris magari invitato ad “hoc” in videoconferenza). Mi scuso con la Redazione se mi sono occupato di una notizia di cronaca. Confesso di sentirmi sfiduciato quando il male colpisce bambini, vecchi e animali: gli esseri “senzienti” più indifesi. Prima di sentirmi un Fisico, purtroppo,  mi sento primariamente  un uomo. Soprattutto un uomo preoccupato del futuro del proprio figlio in una Società in cui lui (che non si mette a tavola prima di avere cibato i gatti randagi che non hanno una casa come il suo gatto) sarà un deviato in una normalità di “socialmente disadattati” che impiccano, per gioco, un cane. Lasciando che le cose vadano avanti senza “variazioni di stato di moto” a quando l’impiccagione di un proprio compagno di classe? E’ solo una questione di tempo: “The Times they are a Changin’” profetizzato da Bob Dylan negli anni ’60 si adatta bene anche a questi fenomeni sociali.

 

Un pensiero su “Bambino di 9 anni impicca un cane. Gli amici lo filmano

  1. Sono proprio le sofferenze inflitte alle creature più indifese quelle che maggiormente addolorano la parte sana degli uomini buoni. Gli uomini, ed i bambini, malvagi esistono. Sono spesso intelligenti, perfettamente consapevoli delle loro azioni. Sono semplicemente esseri che provano piacere nell’ingenerare sofferenze utili solo alla loro soddisfazione. Non sono sadici, no, sono malvagi, pericolosi, sono le metastasi del cancro che da tanto tempo ha colonizzato la nostra società: l’indifferenza. Mi dispiace per i genitori del bambino assassino, è una dura prova dover fare da padre e da madre ad una creatura così malvagia e cattiva.

I commenti sono chiusi.