Salerno: la psico cucina di Enzo Forcellino al Convento

 

Venerdì 15 maggio, alle ore 20,30 abituale appuntamento del programma enogastronomico della seconda edizione di “Quello che passa al convento”, promossa dal Convivio delle Arti dei Rozzi e degli Accordati, presieduto da Vito Puglia, con il contributo del Comune e dell’Ente Provinciale del Turismo di Salerno, del Pastificio Amato, della Centrale del Latte e di Salerno Energia e la collaborazione della web radio Unis@und, ospite di Marco De Simone gestore del Convento di San Michele. Con “Si cucine cumme vogl’i’(o)”, curato da Vito Puglia, ispirato dalla raccolta postuma di ricette di Eduardo, la cucina viene presentata come l’espressione culturale che meglio di ogni altra racconta il carattere, lo spirito, il modo di vivere di un popolo o di una comunità, un’epoca. Da questo l’ assunto: in ogni persona colta e sensibile si annida un cuoco. Psico cucina quella che verrà proposta dal noto psicologo Enzo Forcellino.Il rapporto che ognuno di noi ha con il cibo e con il proprio corpo ha radici profonde nella storia di ciascuno e nella cultura che si manifesta in riti e tradizioni che in popoli diversi ripropongono immagini e comportamenti simili. Per questo al di là della pura funzione di sopravvivenza, come fonte di nutrimento, il mangiare ha un così grande valore psicologico sia per l’individuo che per la società, che lo rende spesso elemento centrale di ricorrenze e cerimonie, attribuendogli un significato che dalla sua concreta realtà organica diviene materia spirituale. cucinare significa simbolicamente sottomettere la natura (gli ingredienti, i materiali grezzi) e ridurla in cultura (il piatto finito). Si tratta di un processo alchemico, magico, come ci ricorda Claude Fischler, in cui occorre esorcizzare la potenziale pericolosità del cibo: il cibo è qualcosa infatti che si introduce, attraverso la bocca, nel nostro corpo. E’ un corpo estraneo, potenzialmente pericoloso, contaminante: così egli spiega le costruzioni simboliche attorno al cibo, i suoi miti e riti.L’alimentazione fa parte delle pratiche fondamentali del sé, dirette alla cura del sé attraverso il costante nutrimento del corpo con cibi considerati culturalmente appropriati che, oltre a costituire una fonte di piacere, agiscono simbolicamente come materie prime per rivelare l’identità di un individuo a se stesso e agli altri. La condivisione dello stesso cibo, in famiglia, in occasione di determinati avvenimenti sociali, nella quotidianità, introduce le persone nella stessa comunità, le rende membri della stessa cultura, le mette in comunicazione. Il dono del cibo ad esempio, getta un ponte tra noi e l’altro, e in tutte le società ha sempre avuto un peso rilevante nelle dinamiche sociali. Enzo Forcellino per la sua performance culinaria al convento San Michele ha deciso di principiare con crostoni di pane con ricotte di pecora e acciughe di Cetara. Piatto di sortita sarà una zuppetta di fiori di zucca, alla quale seguirà un delicatissimo riso ai peperoni. Delle pennette con piselli e asparagi faranno da preludio ad un capicollo di maiale con patate arrosto. Finale di serata con un dolce a sorpresa