Università: ammissioni a Facoltà a numero chiuso

Salvatore Ganci

Nel settembre del 1992 cominciavano i miei dubbi. Una Candidata (mia ex studentessa) non entrava a Medicina, a Genova, per una manciata di punti in graduatoria. Ne prese atto, se ne fece una ragione e fece poi dell’altro nella vita. “Peccato, pensavo, sarebbe stata un ottimo medico” (soprattutto per quelle doti umane che spesso mancano a molti medici). Mi stupii un po’ quando un’altra Candidata, di una dozzina di posizioni ancora più indietro, si trovò per incanto iscritta … Mah! italici misteri. Cose di tanti anni fa … I dubbi mi si sono rinfrescati quando, andando in pensione, lasciavo una splendida classe (salvo qualche inevitabile eccezione). Una delle mie più brillanti studentesse (per motivazione allo studio, capacità e competenze), uscita con 100/100 all’esame di stato e con un curriculum scolastico che ognuno vorrebbe per i propri figli, affronta il concorso per iscriversi a Medicina. Ma parliamo anche delle inevitabili eccezioni … sì, quel suo compagno (figlio di un medico) non all’altezza delle aspettative della Scuola (e forse paterne), quello più assente che presente, quello dal profitto “preoccupante” nei confronti del quale la Scuola ha avuto la colpa di avere permesso la sua sistematica promozione con debiti formativi mai assolti, (quindi senza alcun supporto giuridico e logico). Bene, anche questo “Candidato” vuole forse emulare la professione paterna e affronta anch’esso il concorso per iscriversi a Medicina. I risultati sono scontati. La studentessa non passa, sempre per una manciata di punti in graduatoria, il suo compagno, uscito a stento dall’esame di stato, è in graduatoria e passa tranquillamente. Mah! sarà stata la Scuola a sbagliare, … che questo pimpante ragazzotto avesse delle “eccezionali capacità di recupero”? La studentessa si iscrive a testa bassa a Biologia e ritenta l’anno successivo il concorso (dopo avere brillantemente superato gli esami di Biologia). L’esito è di nuovo scontato: “non ammessa”.La studentessa a questo punto prende atto che per lei Medicina è (per qualche ragione) preclusa, mentre il suo ex compagno, dopo avere “tentato” (come sempre fu nel suo stile) qualche esame, prende buon consiglio e, per fortuna della Società, migra a fare tutt’altro.Nell’estate del 2005 c’è un certo clamore nell’ateneo genovese a proposito del numero chiuso all’ambito corso di laurea in odontoiatria. I concorsi per odontoiatria sono “chiacchierati” da quando il corso di laurea è stato istituito, perché si tratta di formare ad una professione tra le più redditizie: dopo oltre un decennio di chiacchiere e mugugni, un docente patteggia 18 mesi per corruzione, un altro patteggia 23 mesi … Ai tempi della corruzione si pagava ancora in lire e l’esborso, si capisce, qualunque dentista lo ammortava con i primi lavori protesici: non era un investimento a fondo perduto. L’ateneo genovese ne ha un cosiddetto “danno d’immagine” e si rifà su uno dei patteggiatori. Mi fa un po’ sorridere il fatto che un ateneo protesti una sua “immagine”, ma è una questione di prospettiva.Il Ministro Fabio Mussi espresse qualche riserva sulla opportunità dei concorsi di ammissione a Facoltà a numero chiuso. Peccato che alle riserve non siano seguiti provvedimenti. Anche sul caso di Cristina Rognoni chiamata direttamente dalla Francia a Palermo (pur risultando semplice “dottoranda”) il Ministro tuonò di istituire la solita Commissione d’Inchiesta ma … com’è finita? Qualcuno ha le risultanze di questa inchiesta? Perché i cronisti sollevano i veli sulle prime puntate di queste meravigliose “soap” tipicamente italiche e non ci dicono metodicamente degli sviluppi e delle conclusioni? Per ora è finita che la nostra “esperta” è sempre a Palermo (Professore Associato non confermato di una disciplina di cui l’Italia ha un fondamentale bisogno). Ma c’è un Ministro che firma una buona volta e solleva dall’ansia di quel “non confermato” questa neo Professoressa? E’ crudele lasciare uno studioso senza queste piccole certezze. L’università italiana non ha credibilità per l’italiano quadratico medio (ma nessuna Istituzione sembra senza peccato) e all’estero si hanno poi gli impietosi commenti del “Guardian” che sollevano persino interrogazioni parlamentari. Al mio paziente Lettore offro la seguente chicca è una lettura un po’ datata ma sempre istruttiva. Ma torniamo al “numero chiuso”. Perché chiunque può iscriversi a “Scienze della Formazione” mentre non può farlo a Medicina? Qualcuno me ne sa spiegare la ratio? Perché in Italia il Ministero dell’Istruzione ha appena una manciata di Ispettori? Come mai in 32 si è visto un solo Ispettore nel nostro Liceo (a carico di una stimata e seria collega, chiamato da una famiglia che “contava” e la cui figliola non era all’altezza delle aspettative)? Chi controlla le modalità di revisione dei test (che sono a risposta multipla obbligata)? Chi garantisce la regolarità che le “crocette” siano apposte con penna indelebile (e non con la Replay?). Penso spesso a quella bravissima ex studentessa che per ben due volte ha dimostrato di essere più ignorante di altri. Come ha fatto il suo compagno, in quella sede, a essere “tanto bravo” da piazzarsi in posizione di graduatoria di indiscutibile ammissione?Purtroppo per sapere spiegare “il male” occorre conoscerlo profondamente in tutti i suoi risvolti ed io non ci riesco ancora. Ma la mia curiosità di sapere “qual è il trucco vincente” per fare fesso il merito di chi merita mi intriga … E i “mugugni” sul numero chiuso si sono estesi poi sistematicamente a Bari ed altre università del Sud. Che ha fatto il Ministro? Forse non ho seguito bene gli eventi …Rifletto un attimo su mio figlio tredicenne sempre studioso e soprattutto motivato al Sapere, elemento di eccellenza nella Scuola Media che frequenta, primo Autore a dodici anni di un onesto articolo su una Rivista internazionale di Didattica della Fisica. L’Editore, dopo un entusiastico giudizio del Revisore, nonostante sia solo “Mister” e non “Professor” ha accettato anche, un suo secondo articolo. Perbacco! In Inghilterra se vali, onore al merito. In Italia ho qualche dubbio che gli stessi articoli sarebbero stati presi in semplice considerazione.Temo, nel mio pessimismo cosmico, che in Italia cambieranno Ministri e generazioni ma il mondo accademico rimarrà quello di sempre. Volendo il figliolo studiare Medicina, sarà conveniente che sostenga le prove del numero chiuso in Italia o in un altro paese europeo? Cosa mi suggerisce il mio paziente Lettore? Sarà bene che questa estate impari ancora meglio l’Inglese … se non puoi cambiare il sistema cambia Stato.

Un pensiero su “Università: ammissioni a Facoltà a numero chiuso

  1. Il diritto allo studio sancito dalla Costituzione Italiana in questo modo sta andando a farsi benedire? Dovremmo prestare più attenzione, così come fa il prof. Ganci, alle questioni di corruzione nelle nostre istituzioni. Questi luoghi, infatti, sono trattati alla stregua della proprietà privata da alcuni. Invece, la Scuola e l’Università appartengono al Paese. Dare voce a questi (mis)fatti è importanti per cercare di arginare, attraverso l’uso dell’informazione, episodi di malaffare in settori di vitale importanza per la crescita dei nostri giovani.

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