Università: Persico rettore. Pesce d’aprile?

 

La notizia è di quelle che lasciano con il fiato sospeso. Un quotidiano campano ha diffuso ieri, primo aprile, un’intervista al professore Pasquale Persico, secondo la quale l’economista di punta della Facoltà di Economia dell’Università di Salerno sarebbe pronto a candidarsi alla poltronissima di Rettore in alternativa all’uscente Raimondo Pasquino. Se questo non è un pesce d’aprile alla Concorde, allora la notizia va presa con la massima attenzione. Le ipotesi da farsi sono diverse. Ma prima è bene analizzare le dichiarazioni rese da Persico a quel quotidiano. Lo studioso esordisce con un pensiero alla “intrapresa improbabile” per un progetto da realizzare “con tutti coloro che lo vorranno”. Detto a chiare lettere: “So che l’impresa è difficile ma, con il dovuto sostegno, tutto è possibile.” E così, tra domande e risposte, con i consueti toni pacati e mai offensivi a lui congeniali, Persico comincia a menare legnate: “Necessità del mutamento” nonostante i “passi giganteschi” fatti dall’ateneo negli ultimi anni grazie “a chi ha avuto la responsabilità di guidarla negli organi chiave.” Come a dire “Più che a Pasquino, grazie soprattutto a coloro che gli hanno collaborato in posizioni chiave.”Di questo, in verità, bisogno dare merito all’uscente, il quale, sin dal suo insediamento nell’ormai lontanissimo 2001, ha distribuito il potere creando decine di delegati. Salvo, poi, a tenere tutti, di fatto, sotto la sua rigida supervisione. Un merito anche questo, forse; ma che ora, a distanza, non viene più buttato giù, evidentemente. E, per tornare a Persico, il suo attacco in apparenza morbido si fa sempre più incalzante. “Occorre un cambio di passo!” Come a dire: “Pasquino, il tuo tempo è finito, è ora di metterti da parte!” Certo, un po’ di zucchero non guasta: “Non dico che il rettore Pasquino abbia fatto male, ma ora è il momento di dare un’accelerazione alla ricerca, approfittando delle opportunità che offre la riforma.” L’affondo sarà pure dolce, ma all’aspartame più che allo zucchero. Perché le parole di Persico sono veri e propri siluri contro una politica sulla ricerca non adeguata alle ingenti risorse investite finora dall’ateneo, una critica pesantissima dietro la quale si intravedono riferimenti volutamente ambigui e chissà se mirati, per vicende che certamente non nobilitano i percorsi accademici di personaggi assai particolari entrati in carriera a suon di niente scientifico. Ora il professore di economia prende la rincorsa. I suoi attacchi, proprio perché sottili  e quasi teneri, più che ingenui, risuonano con il frastuono del rinculo. “Per anni abbiamo avuto una visione troppo ingegneristica, occorre, invece, per una governance competitiva, una maggiore distribuzione ed un forte decentramento del potere ….”Come a dire: “Caro Pasquino, tra te e il tuo predecessore Giorgio Donsì, anche lui di ingegneria, siete stati al potere per quattro mandati consecutivi; il che, tradotto in anni, equivale a quattordici tenuto conto dell’incremento annuale del mandato extra che ci si è concessi. E che, aggiunti ai quattro più quattro a seguire da giugno in poi, rischiano di diventare venti. Un po’ troppo, non ti pare? Quindi, fatti da parte, è ora di cambiare.” Non a caso Persico preannuncia una sua candidatura a tempo, solo quattro anni, il tempo di traghettare, “di formare una squadra dinamica, capace di guidare con efficacia ed efficienza il cambiamento necessario.”Altro che bordate. Quelle di Persico risuonano come vere e proprie denunce contro lo strapotere dell’unico vero padre-padrone dell’ateneo salernitano. In senso buono naturalmente e non certo dell’amletico: ”C’è del marcio ad Elsinore!”Il piatto forte del candidato Persico è la costituzione di tre poli accademici: Scienze della vita, Scienze applicate e Scienze umane, con l’adozione di un codice etico sui temi del reclutamento e della riorganizzazione (anche qui un attacco indiretto al potentissimo Pasquino?) e la nascita di un collegio autonomo gestito dagli studenti e propositivo all’offerta formativa. In più forte rilancio della facoltà di medicina chiarendone il ruolo sul territorio (ennesimo attacco al rettore uscente) e nuovi rapporti con il territorio, in particolare con istituzioni e privati (banche, imprese, fondazioni).Non sarà facile abbattere il dinosauro. Ma dietro Persico potrebbe compattarsi l’intero centrosinistra, non avendo più Pasquino una posizione chiara e certa in quell’area nella quale pure fino a ieri sembrava essere definitivamente confluito grazie a De Mita. Anzi, proprio il suo recente ‘ni’/no al Maestro di Nusco per una candidatura alla Provincia e, a dire dei bene informati, l’occhiolino sempre più insistente rivolto in direzione del carro dei probabili vincitori alla provincia del PdL, l’avrebbe reso piuttosto inviso ai vecchi compagni di cordata.

Da qui, la mossa a sorpresa del PD con una candidatura di assoluta credibilità e meritevole di sostegno. Perché, indipendentemente dai (presunti) meriti o demeriti del rettore uscente, riteniamo in sé scandaloso che un paese come l’Italia consenta a chiunque di rimanere incollato a poltrone così delicate per decenni e più, di studiare astuti meccanismi per aggirare leggi e regolamenti onde continuare a guidare orchestre spesso servilmente chini alle volontà del principe. Il disegno di legge Gelmini eliminerà per sempre questo sconcio. Rettori per non più di due mandati. Sempre che la norma valga da subito, anche per coloro che, come il rettore Raimondo Pasquino e tanti altri in Italia, hanno già abbondantemente servito più volte l’ateneo che li ha eletti. Se così fosse, la via per Persico sarebbe tutta in discesa.

 

 

 

 

 

2 pensieri su “Università: Persico rettore. Pesce d’aprile?

  1. Che ben venga..
    sono uno studente e dico grazie a Pasquino per tutto quel che ha fatto per la nostra Università.
    Ma credo abbia fatto il suo tempo..
    c’è bisogno di aria nuova..
    gente nuova..
    e un nuovo ruolo per gli studenti.

    In bocca al lupo al Prof. Persico.

    P.s. io credo la politica debba restare fuori dalle cariche dell’università e che le cariche dovrebbero distinguersi in manager didattico e manager amministrativo.

  2. Si dovrebbe ringraziare il rettore soprattutto per aver saputo dare a questa università molto lustro. Spesso, infatti, questa istituzione è apparsa sui quotidiani nazionali, a volte nelle prime pagine.

    Peccato solo che nei quotidiani spesso si riportavano vicende legate al nepotismo locale e non al lavoro dei tanti validi ricercatori presenti anche a Salerno.

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