Vallo di Diano: dimissioni fasulle della Comunità Montana

 “Mi si spieghi in quale articolo dello statuto della comunità montana è prevista la remissione del mandato istituzionale nelle mani del segretario provinciale del partito di riferimento”, a chiedere conto delle presunte dimissioni della giunta della comunità montana Vallo di Diano è Giovanni Graziano, dirigente comprensoriale del Popolo della Libertà ed oggi candidato al consiglio provinciale nella lista Alleanza per Cirielli. Il coordinatore di zona della destra politica, infatti, contesta l’ultima trovata del partito democratico adottata per ricomporre la frattura interna creatasi a seguito dell’elezione di Raffaele Accetta alla presidenza dell’ente montano e per far rientrare nel partito i quattordici amministratori locali che si erano auto sospesi per protesta.“Il mandato di presidente e di assessore – commenta Giovanni Graziano – lo si rimette nelle mani dell’assemblea generale dell’ente che è l’unico organo deputato a prenderne atto ed a determinare di conseguenza. Rassegnare delle dimissioni che poi non sono tali – prosegue – significa prendere in giro la gente attraverso delle mere operazioni scenografiche che denotano in pieno la mancanza di rispetto per le istituzioni e lo scarso senso di responsabilità verso il territorio di questa classe politica ormai orientata solo al potere fine a se stesso”. In realtà, la remissione delle cariche di presidente e di assessore nella mani del segretario provinciale del PD non è una soluzione di oggi ma fu suggerita dall’assessore provinciale Angelo Paladino che, all’emergere della spaccatura, scrisse una missiva chiedendo l’intervento dei vertici provinciali. “Come ebbi a dire all’epoca – non le manda a dire Graziano – l’iniziativa di Paladino di allora e l’atto di Accetta e dei due assessori di oggi, ha tutto il sapore di ammissione di incapacità a venire fuori da una gravissima crisi. Quello che sfugge a questi politicanti è che qui non è in gioco l’unità del centro sinistra, che poco importa alla gente, ma il funzionamento delle istituzioni e l’interesse del territorio. Per questo – sentenzia il dirigente del popolo della libertà – non si capisce perché dovrebbe intervenire un dirigente di partito che poco ha a che vedere con gli enti istituzionali del nostro territorio”.La vicenda politica ed amministrativa della comunità montana è da anni oltremodo tribolata di lotte intestine e spaccature nonostante la totalità dei componenti l’assemblea dell’ente montano sia organica al centro sinistra e, di fatto, priva di opposizione. A nulla è valsa la riduzione dei componenti dell’assemblea a seguito della riforma delle comunità montane che ha pure escluse le minoranze consiliari dei comuni dalla rappresentanza presso l’ente. “La crisi della comunità montana – osserva Giovanni Graziano – non è un fatto circoscritto all’ente ma è la tragica conseguenza della gravissima crisi politica che attraversa il centro sinistra. Non possiamo dimenticare quanto successo per l’elezione del vice presidente del parco nazionale, tutto ciò che succede al consorzio di bacino privo di una guida da diversi anni, così come il commissariamento evitato all’ultimo istante dall’unione dei comuni o gli artifizi contabili adottati da molte amministrazioni comunali pur di approvare i rispettivi bilanci. Insomma – sentenzia Graziano – un quadro desolante a testimonianza di un fallimento politico ed amministrativo cui si aggiungono sempre più nuovi elementi”.Per uscire da questa empasse, Giovanni Graziano ritiene che l’unica soluzione sia il ricambio della classe politica dell’intero Vallo di Diano.“Il riscatto del nostro territorio – spiega Graziano – non può prescindere dal ricambio della classe dirigente che deve coniugarsi con un salto generazionale. Dobbiamo mandare a casa una classe di politici che ha fatto il suo tempo, e pure male, e che non riesce ad essere guida per lo sviluppo e l’emancipazione del nostro territorio”.