Venditrici…d’inganni!

di Rita Occidente Lupo

Stefania Nobile e Wanna Marchi. Condannate! Finalmente un po’ di giustizia! Anche se nelle maglie dell’illusione, oltre 300.000 vittime delle due truffaldine. Complice anche il prodigioso “maestro Nascimiento”. Un’esosa fortuna, sulle disgrazie altrui. Disperati, a caccia d’illusioni: per la salute, l’amore e la fortuna. Due abili imbonitrici, madre e figlia,  spacciatrici di chiacchiere e grani magici. Di polveri ed  amuleti. Consegnati a destinazione. In un tranquillo pacco postale. Perfino malati terminali, che come ultima spiaggia, avevano sfidato il filo magico, pronti a saldare qualunque prezzo per la propria guarigione. Per allungare i giorni dell’esistenza. Per ottenere che il proprio figlio snidasse l’eroina. Che il lavoro potesse finalmente essere un diritto, avendo prole e moglie a carico. Le migliaia di sfaccettature dolorose dell’esistenza. Le centinaia d’esigenze della condizione mortale. Spesso, avara di giustizia sociale. Dispensiera di sventure per gli iellati. Questo quanto facevano credere le due donne. Una vera e propria società a delinquere. Gettonata dall’uomo di colore, ormai a piede libero in Brasile, sottratto alle patrie galere italiane. Mentre le due, finalmente tra le sbarre, per meno di un decennio. Ancora una volta la giustizia italiana troppo parca nei confronti di chi ha sottratto beni e fortuna a persone già in preda al dolore. Maggiore oculatezza, grida più di qualcuno. Non basta il mero risarcimento economico. Quando le vite umane si spengono, consumandosi nella speranza che il malocchio venga snidato, dietro il prezzolato sortilegio liberatore! Lasciarle marcire in carcere e buttare le chiavi, è quanto la vendetta umana strepita fuori della casa circondariale. Arrogandosi il diritto di farsi giustizia autonomamente. L’ex compagno della Marchi, Francesco Campana, grazie all’indulto, tranquillamente in libera uscita. Il nostro Paese: terra di Santi e di navigatori. Di poeti…e di venditori di fumo? Che possono anche permettersi il lusso di delinquere sulla pelle altrui. La loro pena, incomparabile rispetto alla fortuna accumulata!