Festival di Sanremo: Pittella scrive al presidente Petruccioli

di Rita Occidente Lupo

La 59° edizione del Festival di Sanremo, quest’anno condotta da Paolo Bonolis per la seconda volta, in onda su Rai1 dal 17 al 21 febbraio 2009, vedrà in gara alcuni giovani cantanti già noti al pubblico televisivo, per aver partecipato a famosi reality show. Ma che Sanremo! Un tempo la vetrina della musica leggera, era attesa un intero anno. Tremanti le esibizioni sull’infioratissimo palco dell’Ariston. Che ne vedrà ancora una volta, di tutti i colori. La Baschetti ha rifiutato d’essere accanto a  Bonolis, per questioni economiche. Meno di 30.000 € per le cinque serate, non valgono la sua professionalità! E così dalla grande Mina, all’intramontabile ragazzo pugliese, che riuscì a creare nella sua superba magione di Cellino San Marco, non solo una farm tutta canora, ma anche uno spaccato in cui i valori del focolare regnavano accanto ai tripudi sanremesi. Sempre in coppia con la sua Romina. Acqua passata.  Un Al Bano che rimane tuttora coriacemente convinto della mascolinità a tutto campo. E che commenta, a proposito della dibattutissima canzone di Povia sui gay, che scherzi di natura sessuali, fortunatamente non sono capitati alla sua nidiata. Dunque un Festival, quello sanremese, che soffia sulla popolarità da tanti battezzata; la timida Laura Pausini oggi applauditissima anche oltre oceano; le teen agers Paola e Chiara,  che prima d’andare a letto amavano canticchiare in duetto. L’agguerrita Loredana Bertè, sempre così eccentricamente chiacchierata. E che ancora offre il vezzo di contagiare la platea, se non altro per la curiosità. Un Festival che nel tempo, malgrado i pii tentativi di mantenere alto l’audience, ha registrato picchi vertiginosi. Preoccupanti. In antitesi al Chiambretti che penzolava dal soffitto, allo scalone insidioso per la Oxa. Quanti volti! E soprattutto quante voci debuttanti ha salutato la cittadina ligure, balzata all’attenzione del mondo per un modo diverso d’interpretare la musica. E le giovani promesse. Tante, nel tempo, non si sono più rivelate tali. Altre, hanno conquistato dischi di platino. Ma Sanremo, è anche defilè, occasione per lanciare una moda che anche le conigliette, già pronte quest’anno a subire il giudizio della critica, non potranno non subire. Un festival che ha salutato  volti popolari, divi anche ormai non più in questo mondo. Ma anche quanti ancora rimangono convinti che quella sanremese sia un’esperienza irripetibile, da  non perdere. E, pertanto, poiettano i propri figli. Avvenne per Massimo Modugno, figlio di quell’amante del blu, che non poteva non imporsi, anche se non  per la voce, ma per l’aspetto fisico. Una cosa che però sfugge, nell’appesantito dopo festival: troppe serate! Numerosi volti, confondono! Tante comparse sfibrano! Ed allora, anzicchè puntare al super Pippo, che quest’anno non sarà di scena, osservare gli spettatori in platea. Smettendola di voler a tutti i costi provocare. Già la scorsa edizione, con la canzone della Tatangelo, classificatasi al secondo posto, il tema dell’omosessualità. Quest’anno Povia, analogo argomento con debita variante: dall’omosessualità si guarisce! La  lettera del parlamentare Gianni Pittella, al presidente Rai Petruccioli a riguardo, rammentando l’uguaglianza dinanzi alla legge di ogni cittadino! Forse Pittella farebbe meglio ad occuparsi concretamente dei problemi del territorio, piuttosto che inseguire… crociate canore!