Sos: Lampedusa scoppia d’immigrati

di Rita Occidente Lupo

Eran trecento! Con un semplice 1 davanti! Lampedusa. Lo scoppio d’un malcontento che da troppo tempo grava il suolo italiano. Carlo Pisacane pensò d’immortalare una spigolatrice saprese, per offrire agl’ingialliti manuali di storia patria, il riscatto di un Sud troppo soggiogato dal calcagno straniero. Oggi, un’inversione di tendenza. Il nostro Stivale scoppia d’immigrati. Lampedusa, frontiera in mezzo al mare, incandescente scenario di rivolte e dissensi. I circa 1300 immigrati, ospitati nel Cpa, hanno rotto gli argini dell’adattamento. Scaraventando la propria rabbia, il proprio malcontento. Il proprio disagio per un’ospitalià di fatto angusta. Allertato il Viminale, 500 rientrati a mite consiglio. Ma non sedate le attese. Le nostre coste, per la felice posizione geografica,  approdo di quanti ambiscono ad una sistemazione decorosa o a vender cara la pelle, mettendola in salvo da guerre e ribellioni. E non perdendola nel corso della traversata, affidata alle carrette del mare. Inizialmente Tunisini, Senegalesi, Marocchini e Maghrebini. Col passare degli anni, l’Est con tutti i suoi colori. Il vuo’ cumprà,  acqua passata. L’allerta scatta sempre dinanzi agl’immigrati dell’est, abituati ad alzare in fretta il gomito, incollato alla bottiglia della nostalgia. Sì da creare caos nella nostra, ormai non più felix Italia! In crescita costante episodi di violenza, stupri. La mole straniera, che attende vitto, alloggio e sistemazione, fagocita vendette. Al di là del decreto flussi, della modeta tassa di soggiorno, del controllo della clandestinità, il nostro territorio è diventato un mosaico etnico, troppo angusto per gli stessi connazionali. Che non riescono neanche più ad approdare ad un lavoro stagionale. Un tempo, la valigia di cartone, scortava il viaggio meridionale, verso il triangolo industriale. Oggi non è più possibile ricoprire neanche mansioni sotto pagate, nelle fabbriche settentrionali. Il caporalato, in forme diverse, la fa da padrone. Al nero in tanti, paghi di ricevere in cambio regolare permesso di soggiorno ed un tetto sulla testa. Se le donne, ardimentose e risolute, lasciano i propri confini, accettando il ruolo di badanti, gli uomini, anche se più restìi, una volta approdati in Italia, si dimenano più con l’alcol, che con il lavoro. Continuando a trascinare vizi e brutture. Paese che vai, usanze che trovi! Oggi, quelle italiane, soffocate dai nuovi cittadini dell’Unione e da quanti stanno per entrarvi a pieno titolo. Elevato l’obolo della solidarietà! Il buon samaritano italiano, spesso viene malmenato o addirittura trucidato e stuprato. Il controllo che occorrerebbe, di fatto non si verifica. E, soprattutto, l’attuale implosione immigratoria, quando non trova gli attesi sbocchi e le illusorie situazioni di comodo, compie ogni criminalità, all’ombra del bel sole! Oscurando sempre più, il Paese del sole!