A dieci anni dall’euro

di Rita Occidente Lupo

Un portafogli mini. Anzi un portaspiccioli, come strenna natalizia per tutti. Questo il boom che salutò il Natale del 2001, allorquando scattò la corsa per attrezzarsi a ritornare indietro. Le lire di un tempo, quelle che tifavano per il ghiacciolo degli anni ’70, a poco più di L.25 o per il cono ricco di panna montata , al costo di L.50, solo un amarcord! L’inflazione livellava prezzi,  rincarando le dosi di un’economia sempre più consumistica. Falciando la moneta al punto da arrotondarne vertiginosamente il valore.  Con mister euro, sarebbe cambiata la musica! Dopo tre anni buoni, di un battage assordante sul nuovo sistema monetario che, nella sua unicità, avrebbe evitato disparità tra i Paesi, il varo ufficiale. Correva l’anno 2002. S’imponeva di pensare in €, perdendo il vizio di rammentare le nostalgiche lire,   senza convertire mnemonicamente i  nuovi costi. Dopo il doppio binario, i prezzi bicartellinati, il ritiro delle vecchie banconote e l’assolutismo dei nuovi spiccioli. Il grazioso kit , che gli amanti delle novità s’erano premurati di prenotare presso le sedi bancarie, con  le varie pezzature dell’euro. E le gettoniere, subito infilate nei cassetti degli esercizi commerciali. Si ritornava alle monetine, a quelle che anche senza alcun apparente valore, pesavano. E rischiavano di far pendere negativamente i resti dell’economia domestica. Una vera e propria catarsi, checchè ne dica qualcuno che voleva apparire sospinto europeista.  Mille difficoltà per il caro vita. La dimidiata pensione, rispetto al valore della nuova moneta!  Prezzi alle stelle, tra i raddoppiati generi di prima necessità. La mitica pizza margherita, amica del sabato sera, direttamente catapultava il suo valore. Dalle 3000 lire, ai netti € 3. Una revolution falciante il ceto medio e lacerante l’ appannaggio di minime pensioni sociali. Intatte solo le indennità politiche,  i profumati stipendi parlamentari. Benvenuto euro, per un’Europa nella quale anche il nostro Stivale ha fatto trionfalmente l’ingresso. Ma a distanza del primo decennale, quanto è costato al nostro Paese il nuovo sistema monetario! Sarebbe opportuno che i soloni della nostra politica, col bilancino economico sotto braccio, fornissero esaurienti risposte a riguardo!

Un pensiero su “A dieci anni dall’euro

  1. Come mi piacerebbero le risposte dei politici!
    Tutti parlano della crisi mondiale,ma nn ho sentito dare colpe all’euro .IO,come lei,credo che la maggior parte delnostro malessere economico,sia da attribuire alla messa in circolazione della moneta unica.Siamo stati tutti molto ingenui,all’inizio,sembravamo dei bambini a cui è dato un nuovo giocattolo,ma haimè quando ci siamo svegliati ci siamo accorti che mille lire era diventata un EURO,gli stipendi sono stati invece convertiti con un minuzioso cambio alla pari.Geniali.:D
    Purtroppo i prezzi dei generi di prima necessità sono lievitati e le famiglie sono in perenne difficoltà.IO mi domando e dico perchè nn si è adottata la moneta unica solo per gli scambi commerciali,come prima c’era stato il dollaro?E lasciare ad ogni paese la sua identità monetaria che ne era anche il simbolo del paese stesso.Sarebbe poi un discorso molto + lungo se volessimo parlare degli altri ”vantaggi”che ha portato l’entrata nel mercato comune europeocome ad esempio l’apertura delle frontiere con tutte le conseguenze che conosciamo.

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