Lavoro: lo sciopero generale della CGIL

Aldo Bianchini

Eufemisticamente è stato definito “sciopero generale”, realisticamente si è trattato di uno sciopero della CGIL, o meglio di una parte della CGIL. Questa volta Epifani, stranamente, non proclama i numeri dello sciopero ma arringa i suoi fedelissimi in Piazza Grande a Bologna non contro il Governo del Paese (passato in secondo ordine) ma contro il suo nemico giurato: Silvio Berlusconi. Il livore del capo della CGIL è un fatto che appare esasperato ed esasperante, perfino ai suoi “amici” del Partito Democratico. Solo “Tonino” lo segue e lo incalza fino in fondo; entrambi si pongono all’attenzione generale come il vero ed unico riferimento di opposizione alla maggioranza politica e governativa. Non so perchè ma i due non vogliono proprio capire che Berlusconi ha vinto elezioni democratiche come le aveva già vinte nel ’94 e nel 2001; in verità non lo vuole capire neppure Valter Veltroni che aggredisce il premier definendolo come uno che non può permettersi di aprir bocca quando si parla di riforma della giustizia. Il problema, forse, è un altro; nessuno vuol capire che il sistema politico-elettorale è cambiato in maniera irreversibile passando dalla scelta di persone senza alcun progetto politico alla nomina di persone che devono applicare un progetto preparato da pochi e democraticamente scelto dagli elettori. Ma ritorniamo allo sciopero della CGIL e fermiamo la nostra attenzione sulla città di Salerno. Sono partiti da Piazza Vittorio Veneto (piazza Ferrovia) in poche decine e sono arrivati in Piazza Amendola in poche centinaia. E’ vero che le condizioni climatiche non  permettevano più di tanto ma definire lo sciopero salernitano come “La più grande manifestazione a Salerno degli ultimi 20 anni”, così come ha fatto Franco Tavella (segretario generale CGIL Salerno) in piazza Amendola, sembra davvero un pò troppo; con tutto il rispetto dovuto sia ai lavoratori scesi in piazza che al principio della difesa incondizionata della sacralità e intoccabilità del “diritto di sciopero”. Solo per la cronaca vorrei ricordare a Michele Gravano (segretario generale CGIL Campania) che la “controproposta” della CGIL non può esaurirsi nella “voce dei lavoratori” che per quanto rispettabile non produce linee economiche per contrastare la grande crisi mondiale. Le sconfitte di Epifani (Alitalia, scuola, giustizia, federalismo, questione Napoli, ecc.) dovrebbero pure insegnare qualcosa.